Passato, presente e futuro, campanili e mulini a vento

Oggi è l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata Concezione. Quest’anno, nella città di Barcellona, ​​oggi è un giorno speciale: per la prima volta si illuminerà la stella che corona la torre di Maria, quella che sorge sopra l’abside e la prima delle torri centrali della Sagrada Familia che si è conclusa.

Nel murale, la sagoma iconica dei quattro campanili sentenzia che il paesaggio che vediamo con l’alba sullo sfondo non può essere altro che quello della nostra città. Sicuramente è l’immagine che meglio rappresenta il tempio, per molti anni i campanili della facciata della nascita di Gesù sono stati il volto visibile e sono diventati una specie di stendardo della città.

Ma il capolavoro di Antoni Gaudí è un opera vivente, una testimonianza del passo del tempo. E nel punto in cui ci troviamo in questo momento siamo più vicini che mai alla fine. È per questo motivo che, con lo sguardo rivolto al futuro, ci eravamo proposti disegnare nel Murale la Sagrada Familia terminata, con le torri di Gesù, Maria e i quattro evangelisti che si slanciano sopra i fianchi meridionali della collina di Carmel: 

Era un’immagine che ben si adattava con l’idea centrale del murale, quella della donna che aspetta un figlio e osserva la nascita di un nuovo giorno. Uno sguardo speranzoso, come non può essere altrimenti, uno sguardo verso questo mare vicino e allo stesso tempo lontano che ci consente di ampliare il campo visivo e ci porta la serenità necessaria, uno sguardo all’orizzonte, ai giorni che verranno. Aveva un senso quindi che in questo paesaggio potessimo contemplare la Sagrada Famiglia terminata, un’immagine del futuro e anche un’immagine di speranza, di un sogno che si sarà realizzato.

Alla fine però, la classica immagine dei quattro campanili è stara imposta al murale, malgrado neppure l’orientamento fosse corretto. I cambiamenti vogliono tempo, si sa. Sempre ci sarà chi difenderà che la Sagrada Familia non avrebbe dovuto proseguire dopo la morte del suo creatore, anche se Gaudí aveva molto chiaro in mente che il suo sogno l’avrebbero dovuto portare a termine le generazioni successive e così infatti aveva disposto.

In seguito, possiamo vedere nel murale quattro mulini a vento che accompagnano i quattro campanili del Tempio. Sono i giganti contro i quali Don Chisciotte ha combattuto o sono gli aerogeneratori dei quali già si parla alle vertici del cambiamento climatico? Vedremo  mulini a vento nella zona di Collserola o sulle coste di Barcellona prima che la Sagrada Familia finisca? Ciò si che presupporrebbe un cambiamento nello Skyline della città. In ogni caso, sono un promemoria della manifesta incoerenza che implica il noto divario tra l’energia che consumiamo e quello che la città genera. E sono, questi sì, una immagine del futuro, un futuro che, nonostante tutto, speriamo sia migliore. Nel murale quindi, la Sagrada Familia evoca il passato e gli aerogeneratori il futuro. Insieme vogliono essere una sintesi del passo del tempo, di una città e di un mondo in costante trasformazione.

Passato e futuro. Il presente lo viviamo oggi con l’accensione della stella che dimostra che le previsioni erano buone: proprio dalla terrazza di questa casa “vestita” col murale, sporge la torre di Maria elevandosi leggera sopra la “montagna sbucciata”. Gli schizzi sono di prima che la torre cominciasse a distinguersi, quindi l’intuizione non ha fallito, il quartiere dei Penitenti avrà a partire da oggi una nuova stella all’orizzonte.

PS: A proposito, Gaudí ha detto che la Sagrada Familia sarebbe un faro per la città, oggi questa cosa inizierà ad avere un senso. Sono sicuro che Jean Pierre sarebbe stato felice di vedere questo originale faro nel bel mezzo della città.Ma bene, non anticipiamo troppo, che di fari, dighe e scogliere ne parleremo un altro giorno.

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